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Andarsene, lasciare ciò che una volta era un “baur”, un riparo.

Bari, porta d’Oriente di una terra senza piogge, meta di pellegrini attirati dall’ingegno di vispi mercanti. Dal 1087 in bilico tra il sacro e il profano, tra un santo ancora conteso e un anziano di rosso vestito. Testimone secolare di una guerra tra Oriente ed Occidente mai destinata a concludersi.

Soltanto una piccola parte della Puglia, una parte che nel 1728 diede i natali a Piccinni, che Benedetto Croce scelse come terreno fertile per la Casa Editrice Laterza, che ospita ancora una Fiera presto divenuta sede del segretariato del corridoio VIII, uno dei fili di comunicazione di un’Unione Europea ancora bambina, che ha accolto nella sua Università come rettore, Nicola Pende, mio concittadino, endocrinologo amato per quanto discusso.

Al sentirsi dire che qui non c’è nulla da imparare non resta, come nel sottosuolo di Dostoevskij, che annunciare d’andarsene con l’intenzione di restare.