“Che sei rimasto a fare?”. Una nenia che accompagna lo scorrere dei giorni, sciorinata a mo’ di impulso primordiale, tipo accendere la luce invece di procedere a tentoni nel buio pesto.
Voglia smaniosa di scappare via, davanti ad un ingranaggio che sembra fare fatica a muoversi, ma anche coraggio, quello di chi abbraccia la lusinghiera promessa di un futuro lontano dalla sua terra e intraprende il viaggio con ali di immaginazione, quelle del primo di tanti aerei di linea.
C’è però qualcosa che oramai sembra essere persino più audace: restare. Difendere la propria terra contro i preconcetti di chi la vede limitante, sterile, soffocante. Farsi carico di una responsabilità etica, affettiva verso un luogo che ti ha dato sorrisi, amici, paesaggi oltre che i natali. #studioinpugliaperché credo nella sua crescita, nelle persone che la valorizzano, nelle opportunità che offre, perché una terra che ti cattura con il suo mare, la sua storia e la sua cultura non merita di essere abbandonata.