In questo periodo di feste natalizie si sente più che mai la differenza tra chi alla mia età ha scelto di rimanere in Puglia a studiare e chi invece di andare altrove. Certo, studiare lontani da casa porta a doversi responsabilizzare più velocemente, a dover imparare a gestire da soli i propri compiti, gli impegni e le faccende domestiche, ma non per questo bisogna svalutare la scelta di rimanere nella propria regione a studiare. Perché decidere di restare non è affatto un azzardo, ma un atto di coraggio, una volontà consapevole di andare controcorrente e contrastare questo spopolamento del Sud, dovuta (tra le altre cose) anche alla mancanza di alcune fasce generazionali che decidono di lasciare la propria città di origine. Questa ovviamente non è una critica a loro, la loro scelta rimane pur sempre giusta e rispettabile, ma questo è un chiarimento, un voler spiegare la mia scelta. Io #studioinpugliaperché non è vero che mancano le possibilità di sviluppo, non è vero che non ci sono sbocchi, non è vero che manca un futuro stabile. Al contrario, io studio in Puglia perché amo la mia terra, la sostengo, credo nel cambiamento, ma un cambiamento che debba partire anche dalle piccole azioni, come la decisione di studiare al Sud. Perché NOI siamo il Sud. E come tale, anche se spesso ci sentiamo inascoltati o ignorati (un po' come il quarto stato, dipinto che ho preso in parte come riferimento) dobbiamo farci forza l'un l'altro, sostenerci in un cammino che possa levigare sempre di più un divario ancora latente tra chi è più a Nord e chi invece rimane al Sud.