Tanti auguri. Prima di riporlo con cura nel cassetto dei ricordi, uso questo biglietto d’auguri come fosse un ventaglio. La grafia insicura e tremante appartiene a qualcuno che non scrive da tempo e forse non ha mai scritto abbastanza, mia nonna Lia. Classe 1943 e prima di otto figli, ha completato a stento la quinta elementare. A scuola non c’era posto per lei, in campagna c’è spazio per le braccia di tutti. Ha una voce splendida e mi piace immaginarla in conservatorio a Lecce, ma sessant’anni fa il suo palco era l’ombra di un ulivo. Poi c’è mia madre. Avrebbe voluto studiare psicologia, ma l’Università del Salento allora non erogava quel corso. Anna, iscriviti a pedagogia che fa lo stesso. Lo stesso non fa, ma Anna si deve accontentare; fortuna che è in gamba, troverà comunque la sua strada.
Io #studioinpugliaperché sono passati sessant’anni ed oggi la mia terra è garante del diritto allo studio, accogliente e abbracciante. La mia Puglia è porto in cui approdare, terra per restare.