#studioinpugliaperché
È una pietra. Non ha nulla di particolare, non è colorata, non è una pietra preziosa. È una semplicissima pietra grezza, un po’ scheggiata qua e là. Viene calciata e calpestata continuamente dai passanti, rotola da una parte all’altra di quella strada polverosa di campagna, fra i belli e ombrosi ulivi, che l’hanno vista rotolare su quella viuzza da secoli. Loro però sanno che non è una pietra qualunque, perché videro, nel lontano XII secolo, lo scalpellino della chiesetta lì nelle vicinanze affinarla e sagomarla con tanta cura. Quella pietra venne poi posta nel portale, ornato con raffigurazioni del ciclo dei mesi e uno splendido Giudizio Universale nella lunetta, un cimelio che erge fra le spighe di grano e i papaveri. Ora quella chiesetta è coperta da arbusti, si avvinghiano a lei, quasi vogliano possederla. Non splende come un tempo, semplicemente perché se ne è dimenticata la storia. Ma anche la storia che può sembrare più piccola va protetta e valorizzata.