#studioinpugliaperché non voglio appesantire la mia anima di macigni. La nostalgia, il dolore del ritorno per i greci, per me la lontananza dalla mia terra. Mi è concesso utilizzare l’aggettivo possessivo ‘’mia’’? Prima di rispondere accolgo con benevolenza le immagini che mi balenano in mente: le stradine silenziose, lunghi corridoi intersecati e adornati di accoglienti abitazioni dalle finestre aperte. Persino le porte in legno non sono chiuse come se non conoscessero la diffidenza per tutto il mezzogiorno luminoso di aprile. Esse sprigionano sapori arcaici, di terra speziata ogni volta così simili ma a tratti diversi per via degli ingredienti e segreti conservati nelle mani screpolate delle signore paffute. Come le loro porte, esse amano sorridere e sperare in nuove visite. Con lo zaino carico di libri e la mente brumosa di pensieri, attraverso la storia condensata delle città. Solo così capisco che mi è concesso dire la ‘’mia’’ terra finché le porte e le finestre resteranno aperte.