Silvia Graziano
IISS V. Vecchi
#studioinpugliaperche
Città di mare.
Città di vicoli e di facciate romaniche.
Città che odora di pescato.
Città che suona il grido di un dialetto antico.
Dolce litania
rimbalza sulle barche ove
naufrago ormeggia il passato,
cullate dalle onde lievi
– pennellate di gabbiani all’orizzonte –
battezzate di popolari credenze:
Buonvento,
Fenditempesta.
Accanto a loro nuotano Giulia, Sara, Marina,
cuori accarezzati dalla marea
cuori che aspettano il dì di festa.
La luce
intermittente
di un faro lontano
getta lunghe ombre
tra i locali del porto.
Sulla sponda dove il tempo scorre,
dove il mondo corre
dove si parla una lingua diversa,
una lingua nuova
e non si danno nomi alle barche
perché il futuro non ha porti
e non ha posti
dove abbandonarsi alle onde,
dove tutto è logica
ed è razionale ciò che non è familiare.
Ma quando ad attraversare è il gatto nero,
ancora corre la mano al seno.